Il “ritardo evitabile” è ancora un problema irrisolto. La telacardiologia come soluzione pronta all’uso. 

Diversamente dai paesi in via di sviluppo, in cui la principale causa di morte è rappresentata dalle malattie infettive, nei paesi industrializzati come il nostro una morte su due è dovuta alle malattie cardiovascolari che presentano, pertanto, una gravità (in termini di mortalità, morbidità e costi economici per la società) superiore ai tumori che comunque vengono ancora percepiti come una minaccia maggiore. In Italia ogni anno si verificano più di 100.000 casi di infarto miocardico acuto (IMA) con una mortalità che rimane tuttora elevata (fino ad 1/3 dei casi). I progressi interventistici e farmacologici recenti (trombolisi, angioplastica primaria, uso degli inibitori delle glicoproteine IIb/IIIa, ß-bloccanti, ACE-inibitori) hanno nettamente diminuito la mortalià intraospedaliera dell’IMA che è scesa da circa il 30% dell’era pre-riperfusione all’attuale 7%. Non è affatto migliorata, al contrario, la mortalità pre-ospedaliera. Oggi come diversi anni fa infatti, più del 50% delle morti dovute ad IMA avvengono prima che il paziente raggiunga l’ospedale (con la fibrillazione ventricolare come causa principale) e la riduzione di questo “ritardo evitabile” rappresenta un obiettivo principale. Centrale è il ruolo dell’ECG che va eseguito il...continua a leggere