Uno dei marker più precoci e sensibili del danno d’organo nei pazienti diabetici ipertesi è rappresentato dalla microalbuminuria. Generalmente definita come l’escrezione urinaria di albumina pari o superiore a 30 mg nelle 24 ore, la microalbuminuria è emersa dallo studio HOPE (Heart Outcomes Prevention Evaluation study) come uno dei parametri che definisce, anche in assenza di diabete mellito franco, l’aumento del rischio cardiovascolare. La microalbuminuria, infatti, non è un fenomeno renale isolato ma costituisce l’espressione renale di un disordine endoteliale più generale. Il rischio cardiovascolare aumenta con l’incremento del rapporto albumina creatinina e l’HOPE trial ha dimostrato che il valore prognostico della microalbuminuria è almeno pari a quello di una pregressa cardiopatia. Lo screening di questo parametro contribuisce non solo a definire il danno renale ma anche il rischio cardiovascolare. La microalbuminuria, in diversi studi, correla, come l’ipertensione arteriosa, con indicatori di danno d’organo quali l’aumento di massa ventricolare sinistra o la nefropatia. I pazienti con microalbuminuria, molto frequentemente, sono anche ipertesi e, se sottoposti a test di tolleranza al glucosio,...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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