Interessante "State-of-the art paper" quello pubblicato sull'ultimo numero di JACC e che riguarda la safety e l'efficacia della terapia antiaggregante ed anticoagulante nei pazienti con insufficienza renale cronica. Il problema non è piccolo: si pensi che secondo una stima della National Kidney Foundation americana, circa l'11% della popolazione statunitense è affetta da insufficienza renale cronica (suddivisa in 5 stadi a seconda del filtrato glomerulare). Si pensi poi che, stando almeno ai trials clinici, più di un terzo dei pazienti che si presentano in ospedale per sindrome coronarica acuta sono portatori di tale condizione. Infine, è noto a tutti che l'insufficienza renale cronica (IRC) rappresenta un fattore di rischio indipendente di outcome avversi in pazienti che hanno una sindrome coronarica acuta. Per non parlare di altri aspetti fondamentali che vanno da una maggior incidenza di fenomeni trombotici ed emorragici (entrambi aumentano in corso di IRC) e che spesso, almeno per IRC medio-gravi, tali pazienti sono esclusi dai trials più importanti e significativi. Per non dilungarci troppo evidenziamo solo due cose, in particolare sulla terapia antiaggregante. L'aspirina ha una solida evidenza di efficacia per i pazienti con IRC e con sindrome coronarica acuta, avendo dimostrato un calo di mortalità intra-ospedaliera da un 68 ad un 80% per IRC anche importanti. I trial...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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