Gli afro-americani presentano un aumentata prevalenza di fattori di rischio cardiovascolare e, conseguentemente, un più elevato rischio cardiovascolare rispetto ai bianchi. Ciò sarebbe imputabile a diverse caratteristiche genotipiche, tra cui sarebbe implicata anche una minore biodisponibilità di monossido di azoto (NO), con tutte le conseguenze vascolari e cardiache che ciò implica. Nell’ipotesi che un beta bloccante in grado di favorire il rilascio di NO fosse particolarmente efficace negli ipertesi di colore, in un recente studio sono stati investigati gli effetti del nebivololo + idroclorotiazide (HCTZ) in ipertesi afro-americani con evidenza ecocardiografica di disfunzione diastolica. Un numero forse troppo esiguo di pazienti(n=42), tutti afro-americani, sono stati trattati con nebivololo + HCTZ per un periodo di 24 settimane. Sono stati valutati: le variazioni della pressione arteriosa (BP), i parametri...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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