La prevalenza di forame ovale pervio nei pazienti con ictus criptogenetico è superiore a quella della popolazione generale. La chiusura del forame con un dispositivo percutaneo è spesso raccomandata in tali pazienti, ma non è noto se questo intervento riduca realmente il rischio di recidive di ictus. È stato condotto uno studio multicentrico, randomizzato, open-label tra la chiusura percutanea del forame rispetto alla sola terapia medica in pazienti tra 18 e 60 anni che avevano presentato un ictus criptogenetica o un attacco ischemico transitorio (TIA) e avevano un forame ovale pervio. L'end point primario composito valutava la recidiva di ictus o di attacco ischemico transitorio durante 2 anni di follow-up, la morte per qualsiasi causa durante i primi 30 giorni o la morte per cause neurologiche tra 31 giorni e 2 anni. Lo studio ha arruolato un totale di 909 pazienti. L'incidenza cumulativa...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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