In caso di insufficienza cardiaca sistolica è ormai noto che la riduzione della frequenza cardiaca ad opera dei beta bloccanti migliora gli esiti clinici e ancor più quando il nodo del seno è inibito dalla contemporanea assunzione di ivabradina (inibitore selettivo del nodo seno-atriale). Tuttavia, si sa che nella vita reale ed anche nello studio SHIFT (Systolic Heart failure treatment with the If inhibitor ivabradine Trial), da cui questa sottoanalisi nasce, non è sempre facile raggiungere dosi massimali di beta bloccante in tali pazienti. L'analisi ha coinvolto il sottogruppo dei pazienti che nello studio SHIFT o non erano trattati o erano ipotrattati con i beta bloccanti. L'end point primario ed i ricoveri per scompenso cardiaco sono stati significativamente ridotti da ivabradina in tutti i sottogruppi con <50% della "target dose" di beta bloccanti, tra cui anche in coloro che...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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