Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori giapponesi coordinati da Takeshi Tomita della Shinshu University di Nagano. Essendo controverso l'effetto degli omega 3 (acidi grassi polinsaturi - PUFA) sullo sviluppo di fibrillazione atriale, mentre risulta chiaro invece il rapporto tra le concentrazioni sieriche di n-3 PUFA e l'incidenza di fibrillazione atriale, pertanto i ricercatori hanno voluto esaminare meglio questo rapporto. Sono state valutate le concentrazioni sieriche di n-3 PUFA in 110 pazienti giapponesi con FA, in 46 pazienti con cardiopatia ischemica e senza FA e 36 volontari sani. Dei 110 pazienti con FA 36 erano anche cardiopatici ischemici (gruppo FA-CAD) mentre 74 no (gruppo FA). I livelli dell'acido eicosapentaenoico (EPA) nel gruppo FA erano più elevati rispetto a quelli del gruppo FA-CAD e a quelli dei gruppi di controllo (117 ± 64, 76 ± 30, e 68 ± 23 mg/ml,...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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