Che la fibrillazione atriale aumenti il rischio di morte durante una sindrome coronarica acuta è ormai appurato. Non chiaro, almeno finora, era il possibile diverso impatto prognostico della fibrillazione atriale pre-esistente od occorsa durante l’ospedalizzazione per infarto miocardio. La metanalisi ha incluso 24 diversi studi clinici; i risultati hanno dimostrato che la fibrillazione atriale cronica (quindi pre-esistente all’infarto) aumento il rischio di morte a 30 giorni di circa 2 volte rispetto ai pazienti con ritmo sinusale. L’osservazione più interessante è stata quella inerente alla fibrillazione atriale di nuova insorgenza: se durante la sindrome coronarica acuta si sviluppa fibrillazione atriale per la prima volta (in passato il paziente non ha mai avuto episodi di tale aritmia) il rischio di morte aumenta di circa 3 volte.
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