Dai risultati di questo studio emerge che, nei pazienti con recente sindrome coronarica acuta (ACS), il rivaroxaban determina una riduzione dell’end point composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico o ictus, a fronte di un aumento del rischio di sanguinamenti maggiori ed intracranici ma non di quello di emorragie fatali. In questo studio condotto in doppio cieco, controllato vs placebo, 15.526 pazienti con ACS di recente insorgenza sono stati randomizzati a ricevere rivaroxaban al dosaggio di 2.5 o 5 mg bid o placebo per un periodo medio di 13 mesi fino ad un massimo di 31 mesi. L’end point primario di efficacia era costituito da un composito di morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico o ictus. Dalle analisi è emerso che il rivaroxaban è associato ad una significativa riduzione dell’end point primario rispetto al placebo, con un’incidenza rispettivamente pari al 8.9% e 10.7% [hazard...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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