Queste sono le conclusioni a cui è giunto il dottor Steven Swiryn (Northwestern University, Chicago) che ha presentato i dati del RATE (Registry of Atrial Tachycardia and Atrial Fibrillation Episodes in the Cardiac Rhythm Management Device Population). Nel registro RATE sono stati inseriti e seguiti 5.379 pazienti con dispositivi cardiaci di controllo del ritmo a partire dal 2007 fino al 2012, tra cui 3.141 pazienti con pacemaker e 2.238 con ICD. Il follow-up medio era di circa 2 anni, durante i quali nel Registro sono stati raccolti 20.153 ECG. Durante lo studio, ci sono stati 2.232 ricoveri, circa la metà della popolazione dello studio, e 11 morti cardiache in ospedale e altre 350 morti a domicilio. In 600 pazienti selezionati in modo casuale (300 con pacemaker e 300 con ICD) sono stati valutati tutti gli eventi ECG da 2 gruppi di esaminatori. La regressione logistica...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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