Sembra che esista una relazione inversa “a forma di U” tra il BMI (indice di massa corporea) ed il rischio di una prima terapia con ICD (defibrillatore impiantabile) tra i pazienti con scompenso cardiaco sistolico, che definisce come pazienti a più alto rischio quelli con un BMI della categoria sovrappeso. Queste sono le conclusioni a cui sono giunti il dott. Ghandi ed i suoi collaboratori che hanno voluto valutare se il rischio di una prima terapia con ICD variasse in base al BMI nell’HF (insufficienza cardiaca). E’ stata condotto un’analisi dei dati di soggetti (n=464) con HF, frazione di eiezione ventricolare sinistra ≤0.40 ed ICD utilizzando un modello di regressione Cox per accertare il rischio di erogare una prima terapia con ICD, suddividendo la popolazione analizzata in 3 sottogruppi in relazione al BMI(kg/m2) in: normale (da 18.5 a <25), sovrappeso (da 25 a <30) e obeso...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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