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AFFRONTARE LA FIBRILLAZIONE ATRIALE OGGI

Terapia farmacologica o ablazione transcatetere?
Una sfida per il Medico

E’ noto che i pazienti affetti da fibrillazione atriale vanno incontro a frequenti recidive dell’aritmia e eventi avversi, e perciò costituiscono una sfida per il medico in quanto, spesso, il trattamento farmacologico è deludente. La terapia di questa aritmia fino alla fine degli anni ‘90 è stata unicamente basata sull’uso dei farmaci antiaritmici e, in caso di insuccesso venivano somministrati farmaci per il controllo della risposta ventricolare. Tra i farmaci antiaritmici, quelli più utilizzati ancora oggi sono il propafenone, la flecainide, il sotalolo e l’amiodarone da soli o in varie combinazioni. Purtroppo, nella pratica clinica questi farmaci hanno dimostrato di avere un’efficacia limitata, poiché l’aritmia usualmente si ripresenta entro un anno dall’inizio del trattamento farmacologico. A peggiorare la situazione, inoltre, c’è il fatto che la somministrazione di farmaci antiaritmici può determinare, con una frequenza non certamente trascurabile, importanti effetti collaterali che, talora, possono essere addirittura nocivi al punto da richiedere la loro immediata sospensione. Il farmaco antiaritmico più potente e più comunemente usato è l’amiodarone, ma è anche il meno tollerato nel medio lungo termine. Da più di dieci anni la terapia ablativa ha trovato posto come alternativa terapeutica ai farmaci per cui il cardiologo ogni giorno, di fronte...continua a leggere

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