In questo lavoro gli autori hanno indagato se la chiusura percutanea del forame ovale pervio (PFO) fosse superiore alla terapia medica nella prevenzione secondaria della embolia criptogenica. Lo studio, di tipo multicentrico, ha coinvolto 29 centri tra Europa, Canada, Brasile ed Australia. I pazienti con forame ovale pervio ed ictus ischemico, attacco ischemico transitorio (TIA), o un evento tromboembolico periferico sono stati assegnati in modo casuale all’intervento di chiusura del forame ovale pervio con con occlusore Amplatzer o a ricevere terapia medica. L'end point primario era un composito di morte, ictus non fatale, TIA o embolia periferica. L'analisi è stata effettuata sui dati per intention-to-treat. La durata media del follow-up è stata di 4,1 anni nel gruppo sottoposto a chiusura e di 4.0 anni nel gruppo trattato con terapia medica. Dai risultati è emerso che l'end...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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