I dati periodicamente pubblicati dallo studio Olmsted County mostrano come lo scompenso cardiaco (SC) colpisca circa il 2-3% della popolazione oltre i 45 anni. Lo SC, pertanto, è una patologia estremamente comune nei paesi ad economia avanzata. Per di più, essendo lo SC stesso indissolubilmente legato all’aumento progressivo nella prevalenza di obesità, ipertensione arteriosa, diabete mellito di tipo 2, fibrillazione atriale e malattia coronarica, è facile pensare come tale prevalenza sia destinata a crescere nel tempo. Già ora, comunque, il costo totale annuo dello SC per il nostro Servizio Sanitario Nazionale è pari a circa il 2% del bilancio sanitario totale, soprattutto a causa delle recidive di una prima ospedalizzazione che sono responsabili del 70% di tale spesa. Pertanto, è auspicabile che l’ottimizzazione sia della prevenzione – da sempre Cenerentola nel nostro paese, se non per volontà di società scientifiche e singoli clinici – che della terapia possano migliorare la penosa sintomatologia e la prognosi, ma anche ridurre il tasso di ospedalizzazione e, consensualmente, i costi correlati allo SC. In tale contesto, nel tentativo di fornire un utile mezzo al clinico, spesso disorientato tra tante apparenti novità, nelle recenti linee guida britanniche del National Institute for...continua a leggere
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ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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