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OTTIMIZZARE il DISPOSITIVO CRT: PERCHE’, COME E QUANTO FREQUENTEMENTE
PERCHE’ ottimizzare il dispositivo CRT
La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT), da circa 20 anni in uso nella pratica clinica, si è dimostrata in grado di migliorare la prognosi e la qualità di vita nei pazienti affetti da scompenso cardiaco di grado moderato/severo (1). Tuttavia, una percentuale considerevole di questi pazienti non mostra un miglioramento della performance ventricolare né una riduzione dei sintomi dello scompenso in seguito a CRT. Il “tasso di non-risposta” alla terapia elettrica oscilla tra il 20% ed il 45% (2). La selezione del paziente candidato alla CRT, la gestione delle problematiche cliniche connesse, il posizionamento dell’elettrocatetere ventricolare sinistro nella vena target e l’ottimizzazione degli intervalli AV e VV durante il follow-up, di cui ci occuperemo specificatamente in questo articolo, costituiscono i punti cardine della strategia finalizzata alla riduzione del numero dei pazienti “non-responder”.

COME ottimizzare il dispositivo CRT: metodo ecocardiografico, metodi “device-based”, metodo emodinamico mediante sensore di accelerazione endocardica SonR
La mancata ottimizzazione dei parametri di ritardo atrioventricolare ed interventricolare rappresenta una delle principali cause di non risposta alla terapia di resincronizzazione cardiaca (3). Nonostante la tecnica ecocardiografica sia universalmente riconosciuta come il “gold-standard” per l’ottimizzazione...continua a leggere

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