Un rapido abbassamento della frequenza cardiaca può essere utile da ricercare nello STEMI. Gli autori hanno studiato l'effetto di ivabradina per via endovenosa sulla frequenza cardiaca. Questo studio multicentrico è stato condotto in doppio cieco con placebo e randomizzato in pazienti di età 40-80 anni dopo intervento coronarico percutaneo primario (PCI) eseguito entro 6 ore dalla insorgenza dei sintomi per STEMI. I pazienti erano in ritmo sinusale e con frequenza cardiaca >80 bpm e la pressione arteriosa sistolica >90 mmHg. Essi sono stati assegnati in modo casuale (rapporto 2:1) alla terapia per via endovenosa con ivabradina (n = 82) (5 mg in bolo più di 30 s, seguita da 5 mg per infusione in 8 h) oppure placebo (n = 42). L'outcome primario è stata la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. In entrambi i gruppi la frequenza cardiaca è stata ridotta con una...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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