(a cura di Giuseppe Oreto e Antonello Talarico)
Guarda che bel tracciato! Forse non ci crederai, ma è stato trovato in una antica tomba etrusca. Mi sono chiesto: come mai? Pensavo che gli etruschi non possedessero l’elettrocardiografo! Forse è stato smarrito da qualcuno che era andato in quel luogo per motivi di ricerca. A proposito di ricerca, la preeccitazione non è stata scoperta, come tutti credono, da Wolff, Parkinson e White nel 1930, ma la prima descrizione risale al 1851, ed è contenuta nell’opera “Rigoletto” di Giuseppe Verdi. Nel III atto il Duca di Mantova, il quale corteggiava una certa Maddalena e desiderava stare con lei non per vedere la televisione né per chiacchierare del più e del meno, ma per (... beh, hai capito), canta, rivolgendosi alla ragazza: “vieni e senti del mio core/il frequente palpitar”. È chiaro che, immaginando quello che sarebbe successo di lì a poco, il Duca era molto “preeccitato”,...continua a leggere