Questa piccola review parte dall’osservazione che la qualità di vita dei pazienti con scompenso cardiaco è considerevolmente migliorata nelle ultime decadi portando molti pazienti ad esprimere il desiderio di poter effettuare delle escursioni anche in quota, normalmente inferiore a 3.500 metri. Lo scompenso cardiaco è frequentemente associato a comorbidità che possono rendere di per se imprudente un soggiorno ad alta quota, quali BPCO, ipertensione polmonare, angina non adeguatamente controllata o anemia. Anche in assenza di comorbidità, tuttavia, la capacità di compiere esercizio in quota è ridotta nel paziente scompensato: i dati raccolti ad altitudini simulate rilevano grossolanamente una riduzione della capacità di esercizio del 2, 4 o 10% a seconda della gravità della malattia. L’esperienza sul campo con pazienti scompensati in quota è limitata a permanenze di poche ore ad altitudine massima di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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