Lo scompenso cardiaco (SC) è una delle cause più frequenti di morbilità e mortalità nei paesi più sviluppati economicamente, nonchè una delle maggiori cause di ospedalizzazione nella popolazione di età >60 anni. Si stima infatti che in Europa e negli Stati Uniti lo 0.4-2% della popolazione generale e circa il 10% dei soggetti di età >70 anni siano sintomatici per SC. In aggiunta, la prognosi dei pazienti con SC è scadente tanto che circa la metà di questi muore entro 5 anni dalla diagnosi. Nonostante il progressivo miglioramento del decorso clinico della malattia grazie all’ introduzione di nuovi farmaci, buona parte dei pazienti con SC rimane ancora sintomatica ed esposta ad un elevato rischio (circa 90% dei casi) di morte cardiaca (SC progressivo 50% dei casi, morte improvvisa aritmica 30-40%, ischemia acuta 5-10%) (Tabella 1). Già tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 è stato evidenziato che nei pazienti con SC la presenza di ritardi della conduzione inter-e intraventricolare poteva causare una desincronizzazione elettromeccanica (dissincronia cardiaca), capace a sua volta di peggiorare il quadro anatomo-funzionale ventricolare (inducendo “rimodellamento”) e conseguentemente la gravità dello SC. E’stato poi dimostrato come tale “rimodellamento” potesse essere parzialmente o totalmente corretto...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
VISUALIZZA VERSIONE COMPLETA