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Denervazione renale: ancora più domande che risposte

Luci e ombre su una promettente terapia per l’ipertensione resistente

Il processo per lo sviluppo dei farmaci è lungo e difficoltoso. I farmaci anti-ipertensivi sono stati commercializzati dopo un lungo e articolato processo di monitoraggio volto a dimostrarne sicurezza e efficacia. Inoltre, persino quando questi farmaci possono essere prescritti, il loro impiego e l’indicazione all’uso è basato principalmente su risultati di trials clinici controllati. L’esempio dell’aliskiren è paradigmatico di questo modus operandi. Infatti questo farmaco è ben tollerato e molto efficace nel ridurre i valori pressori; tuttavia, non ci sono trials clinici controllati che dimostrino la sua efficacia nel ridurre gli eventi cardiovascolari, al contrario un eccesso di eventi cerebrovascolari è stato dimostrato nei pazienti ipertesi diabetici: pertanto il suo utilizzo nella pratica clinica di routine è fortemente limitato (1). Di contro a questo atteggiamento "virtuoso", si assiste oggi all’esplosione incontrollata della denervazione renale (Figura 1). Questa tecnica è ampiamente adoperata soltanto sulla base dei risultati positivi ottenuti in di piccoli studi randomizzati e non, tutti sponsorizzati dai produttori dei devices, in assenza di chiare evidenze circa le sue...continua a leggere
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