In questo interessante studio ssperimentale sono stati studiati 48 ratti, ripartiti in cinque gruppi:
tre composti da ratti con IMA, trattati con dosi crescenti di carvedilolo (rispettivamente 2 mg/kg, 10 mg/kg, 30 mg/kg) (n=30); uno composto da ratti con IMA, non trattati farmacologicamente (n=10); un gruppo di controllo (n=8). A quattro giorni dall’evento ischemico, carvedilolo ha indotto un miglioramento della funzione ventricolare sinistra. Carvedilolo ha anche determinato una certa riduzione dell’espressione di NF-kB e TLR4, indotte dall’evento ischemico, ed un parallelo incremento nell’espressione della beta-2 arrestina. La somministrazione in acuto di beta bloccanti nel periodo peri-infartuale è dunque in grado di indurre un rapido miglioramento della funzione cardiaca e di modulare alcune fondamentali vie intracellulari, attivate dalla ischemia.continua a leggereABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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