Lo scompenso cardiaco è ancora oggi una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati ed è responsabile del 5-10% di tutte le ospedalizzazioni, risultando la più frequente causa di ricovero nei soggetti con età superiore a 65 anni. Naturalmente la mortalità annua dipende dal grado di compromissione cardiaca ed è tanto maggiore quanto superiore è la classe NYHA del soggetto. Nonostante la progressiva introduzione di farmaci con effetti modulatori di tipo neurormonale (ACE-Inibitori, beta-bloccanti, spironolattone) in grado di migliorare l’evoluzione della malattia ed aumentare la sopravvivenza, la maggior parte dei pazienti scompensati rimane sintomatica con prognosi molto deludente. La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT), ovvero la stimolazione biventricolare, ha aperto numerose speranze in questi pazienti. I primi tentativi di stimolare il ventricolo sx sono stati eseguiti da Cazeau nel 1994 e da qui in poi numerosi studi osservazionali ed a breve termine hanno evidenziato come, in effetti, la stimolazione biventricolare potesse migliorare il quadro clinico dei pazienti con scompenso cardiaco in fase avanzata. Al fine di...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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