L’attenzione rivolta nei tempi più recenti all’ipertensione resistente, ha sottolineato la necessità di uno screening più attento alle cause secondarie di ipertensione. Questo è un aspetto positivo per la corretta gestione clinica dei pazienti ipertesi, in quanto la diagnosi di ipertensione secondaria è, nella maggior parte dei casi, non semplice da eseguire e molto spesso il sospetto può sfuggire la prima volta che valutiamo un paziente (1).
E’ pertanto importante che il medico conosca bene quali siano e soprattutto sia in grado di identificare le principali manifestazioni cliniche che possano indicare o almeno far sorgere il sospetto di una forma secondaria di ipertensione (2,3). Tra queste, una particolare attenzione va dedicata all’ipertensione causata da farmaci o da sostanze voluttuarie, la cui diagnosi si basa quasi esclusivamente su di una anamnesi accurata e ben condotta. Fino ad alcuni anni fa l’ipertensione da causa esogena era definita con il termine di “ipertensione factitia”, ed era limitata a poche situazioni cliniche. Negli anni più recenti, invece, il numero sia di farmaci che sostanze voluttuarie che possono far aumentare in modo stabile i valori pressori sono aumentate in modo considerevole e...continua a leggere
ABSTRACT SEMPLIFICATO DEI CONTENUTI DI CARDIOLINK SCIENTIFIC NEWS
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