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HDL: UN SILENZIO ASSORDANTE

C’è una “maggioranza silenziosa” di soggetti in trattamento con statine che mantengono un rischio residuo CV elevato. L’associazione niacina/laropiprant: come soluzione ideale per controllare anche HDL e TG.

L’aterosclerosi e le sue complicanze cardiovascolari (CV) rappresentano la piu' importante causa di mortalità e di morbilità nei paesi industrializzati. Oltre all’assunzione di stili di vita adeguati (dieta, esercizio fisico, astensione da alcool e fumo), la terapia si basa sul controllo dei fattori di rischio, quali dislipidemia, ipertensione, diabete. Il trattamento della dislipidemia si è dimostrato uno degli approcci più efficaci, grazie soprattutto alla riduzione del colesterolo LDL (C-LDL), resa possibile dall’uso clinico delle statine. Gli studi condotti con questa classe di farmaci hanno non solo documentato con certezza la diminuzione del rischio CV a 5 anni (-30% -45%) e della mortalità (-25% -35%), ma hanno addirittura permesso di stilare Linee Guida in cui viene “stabilita” una concentrazione di C-LDL ideale, stratificando i pazienti in funzione del loro rischio CV. Va ricordato come trattamenti aggressivi con dosaggi elevati delle statine più potenti (rosuvastatina, atorvastatina), pur permettendo il raggiungimento di valori di C-LDL anche pari a 50 mg/dl, riducano ulteriormente, ma non eliminino il rischio CV residuo, che rimane superiore al 50-65% nelle varie categorie di pazienti. Il C-HDL è un valido bersaglio...continua a leggere

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