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IPERTENSIONE e DECADIMENTO COGNITIVO

Nell’anziano è un problema crescente che va opportunamente affrontato. Un danno potenzialmente prevenibile?

La relazione tra l’ipertensione ed il decadimento delle funzioni cognitive, due tra le condizioni a più alta prevalenza nella popolazione anziana (circa 75% e 30%, rispettivamente) è divenuta oggetto di studio negli ultimi anni. Infatti se il nesso causale fra demenza vascolare ed ipertensione arteriosa è meglio definito, è ancora dibattuto il possibile rapporto fisiopatologico tra ipertensione arteriosa e demenza di Alzheimer. Diversi meccanismi fisiopatologici spiegherebbero questa relazione, infatti, studi istopatologici mostrano che nel 25-50% dei casi esiste un’associazione tra lesioni vascolari (infarti e lacune) e lesioni neuropatologiche tipiche della malattia di Alzheimer (accumulo di ß-amiloide e grovigli neuro fibrillari). I disordini cognitivi possono essere associati sia alla presenza di lesioni ischemiche focali che ad un’ischemia cronica della sostanza bianca che si traduce alla diagnostica per immagini con lesioni diffuse della sostanza bianca - White Matter Lesions (WML) e Leucoaraiosi, espressione della malattia dei piccoli vasi arteriosi cerebrali e della severità dell’aterosclerosi cerebrale. I disordini del microcircolo cerebrale e della funzione endoteliale potrebbero essere responsabili dei disordini cognitivi nei pazienti ipertesi a causa delle modifiche a carico della barriera emato-encefalica con aumento della...continua a leggere
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