OLTRE LA RIVASCOLARIZZAZIONE

Intercardio 2010 spicca per la capacità di inquadrare il meglio dell’interventistica cardiologica nel complesso panorama clinico pre e post rivascolarizzazione.

3-2010-13-1Quest’anno “INTERcardio 2010” è stato dedicato a “L’espansione delle tecnologie, il ruolo della clinica, oggi” ed ha coinvolto non solo i Cardiologi, ma anche le altre figure professionali che, con esperienze e competenze diverse, operano per raggiungere lo stesso “obiettivo”. Cardiochirurghi, Chirurghi vascolari e Radiologi vascolari, insieme ai Tecnici ed agli Infermieri professionali, che quotidianamente collaborano all’evoluzione della Cardiologia, hanno collaborato a sviluppare dibattiti e confronti allo scopo di integrare le sofisticate e innovative tecnologie con la clinica: un rapporto inscindibile, ma gravato dal peso dello sviluppo inarrestabile della tecnologia, che porta a sopravalutare il ruolo di tutto ciò che è “interventistico” e tecnologico. Scopo del convegno è stato quello di mettere in rilievo alcuni punti più caldi della Cardiologia, con le Main sessions su argomenti molto dibattuti quali “le nuove frontiere” della cardiologia interventistica coronarica, in particolare in pazienti diabetici e la “secondary revascularization”, nuovi strumenti di imaging e di valutazione funzionale, tecniche innovative di cardiochirurgia e chirurgia vascolare, la valutazione clinica ed il trattamento farmacologico al di là della rivascolarizzazione miocardica. Le “Live procedures” sono state dedicate, oltre che alle abituali procedure interventistiche, anche all’ecocardiografia da sforzo ed alla risonanza magnetica per la ricerca dell’ischemia coronarica, mentre i vari incontri con gli esperti hanno dato la possibilità all’audience di affrontare varie problematiche pratiche e tecniche (OCT, FFR, trattamento delle occlusioni croniche) per le quali, spesso, la sola presentazione dell’argomento non fornisce tutte le adeguate risposte. Tra le sessioni centrali ha riscosso notevole interesse quella dedicata al trattamento delle patologie aortiche, dalla valvola a tutto il suo decorso.
3-2010-13-2Carla Boschetti ha ricordato che il trattamento cardiochirurgico della stenosi aortica nel “grande anziano” rappresenta un’opzione terapeutica percorribile e valida (Figura 1) (mortalità ed aspettativa di vita, post intervento sovrapponibile a quella di una popolazione della stessa età non affetta da patologia), ma in presenza di malattie associate e fattori di rischio che controindicano la chirurgia, l’impianto per via transfemorale della protesi aortica è un’alternativa che, con un’accettabile incidenza di complicanze, permette una buona qualità di vita, con netto miglioramento della capacità funzionale nel 95% dei casi.
Nella stessa sessione i chirurghi vascolari (Rossella Fattori, Giuseppe Di Eusanio e Piergiorgio Cao) hanno affrontato il trattamento endovascolare degli aneurismi e delle dissezioni dell’aorta toraco-addominale: la tecnica endoluminale è un’alternativa al trattamento convenzionale ma richiede un’attenta preparazione delle endoprotesi, selezionate per tipo di paziente e tipologia dell’aneurisma.
I successi in questo campo sono in continua evoluzione ed il prof. Cao ha riportato l’esperienza personale su un approccio complesso, la protesi “fenestrata” nell’aneurisma toraco-addominale (Figura 2).
Infine, il prof. Francesco Musumeci ha presentato i risultati del trattamento della dissezione aortica di tipo A (Figura 3) che mostra, ad 1 anno, una buona sopravvivenza (77%) senza necessità di reintervento.
3-2010-13-3In varie sessioni si è discusso di imaging: per l’ecocardiografia, il gruppo del Monaldi di Napoli (Pio Caso, Sergio Severino e Antonello D’Andrea) ha riportato la propria esperienza di ecocardiografia da sforzo, mentre Patrizio Lancellotti ne ha evidenziato l’utilità nelle valvulopatie e Garcia Fernandez ha sottolineato il contributo dell’Eco 3D all’interventistica non coronarica. Oltre a tecnologie e procedure interventistiche, INTERcardio 2010 ha affrontato anche le problematiche quotidiane dei Cardiologi: il “dopo” ospedale, dalla dimissione in poi. La sessione, moderata da Pietro Tanzi e da Furio Colivicchi, ha visto impegnati medici ospedalieri e non ospedalieri, operatori sanitari, coinvolti nel management del paziente dimesso e preso in carico dal territorio. È stata ipotizzata la possibilità di costituire una rete ospedale-territorio, tra ospedali, strutture ambulatoriali e Medici di Famiglia, per continuare, con le stesse strategie di trattamento e modalità di cure, il percorso di un soggetto sottoposto a rivascolarizzazione miocardica. Dopo varie sessioni di confronto sul ruolo della Chirurgia e della PTCA, a cui hanno contribuito Antonio Colombo, Adnan Kastrati, Paul Sergeant, Ettore Vitali, Fernando Alfonso e Javier Escaned, la conclusione del convegno è stata affidata ad una main session clinica, intitolata “Behind revascularization”, moderata da Gennaro Sardella e da Massimo Uguccioni. Luigi Oltrona Visconti ha riaperto le problematiche dello studio COURAGE: i farmaci “curano”, la coronarografia “no”.
Le conclusioni, in relazione, al tema delle indicazioni alla coronarografia sono state le seguenti: nella SCA NSTEMI il giudizio clinico va preso nel singolo caso, valutando il costo-beneficio in presenza di provata efficacia della rivascolarizzazione mentre nell’angina stabile da sforzo è necessario valutare l’entità dei sintomi e dell’ischemia nel singolo caso in mancanza di provata efficacia della rivascolarizzazione (almeno sulla prognosi). Francesco Mauri ha concluso la sessione affrontando la problematica del follow-up del soggetto ad alto rischio, evidenziando le problematiche della gestione post sindrome coronarica acuta, trattata con rivascolarizzazione miocardica, presentando la flow-chart di controllo del soggetto che esce da una sindrome coronarica acuta trattata con PCI (Figura 4).
3-2010-13-4Quest’ultima edizione di “INTERcardio 2010” è stata particolarmente ricca di informazioni e di spunti di riflessione; sono stati toccati i temi più attuali della Cardiologia, Cardiochirurgia e Chirurgia vascolare. Eventi come questo sono opportunità di incontro e confronto, non solo con gli esperti, come accade abitualmente negli eventi “istituzionali” delle Società Scientifiche, ma sono anche un’occasione per avere informazioni, partecipare alla discussione (come avviene nei gruppi ristretti), esprimere le proprie riflessioni e presentare le proprie esperienze, in una stessa sede, su varie tematiche. La vera finalità dell’evento INTERcardio, non a caso, è cercare il rinnovamento nelle modalità di presentazione, partendo dalle esigenze di chi vi partecipa.

Carla Boschetti
U.O. Cardiologia Interventistica
AO S. Camillo Forlanini
Roma