Oltre i 30 anni...

Dopo i festeggiamenti dei 30 anni del GISE, che decennio ci aspetta in Cardiologia interventistica?

4-2010-5-1Archiviati i festeggiamenti del trentennale, il Congresso GISE è ripartito di slancio con la trentunesima edizione dalla storica sede di Genova. Se il precedente congresso ha rappresentato l’oc­­casione per un bilancio dei risultati e dei progressi della Car­diologia interventistica dai suoi esordi fino ai giorni nostri, quest’anno il tradizionale in­con­tro tra numerosi Car­dio­logi provenienti da tutta Italia ha definito ed affrontato le cinque sfide che contraddistingueranno la prossima decade: miglioramento, in­no­vazione, coinvolgimento, in­for­mazione e formazione. Le sessi­oni plenarie, in par­ticolare, han­no passato in rassegna le principali novità che riguardano vari ambiti della patologia cardiovascolare, delle cardiopatie strutturali, del­l’imaging e della terapia farmacologica. Quest’ultimo aspetto è stato parti­colarmente dibattuto alla luce dei nuovi dati che riguardano la possibilità di superare la resistenza al clopidogrel attraverso approcci che comprendono il raddoppio della dose standard di mantenimento, l’utilizzo di farmaci aggiuntivi (es. cilostazolo) o il passaggio a farmaci alternativi come prasugrel e, in futuro, ticagrelor. Grande attenzione è stata posta anche a scenari futuribili, quali quelli che prevedono l’utilizzo di “combodevices”, stent assorbibili e stent bioingegneriz­zati. E ancora: come personaliz­­zare il trattamento nello shock cardiogeno, nel paziente anziano e in quello oncologico, realtà complesse in crescente aumento e a forte impatto clinico e sociale. Dibattiti plenari hanno anche riguardato questioni complesse quali la gestione del paziente con malattia multidistrettuale, presente e futuro dell’approaccio percutaneo alle valvulopatie, l’impatto potenziale dello screening genetico nella gestione della terapia farmacologica, il sottile equilibrio tra riduzione delle complicanze ischemiche e prevenzione di quelle emorragiche (Figura 1) e la nuova era dell’angioplastica guidata dalla “fractional flow reserve” e dalle metodiche di imaging. Gli spazi aziendali hanno evidenziato il ruolo emergente di nuovi device quali palloni medicati per an­gio­plastica, sistemi per emostasi vascolare, stent e piattaforme di nuova generazione, sistemi per trombectomia, sistemi per l’occlusione percutanea dell’auricola sinistra. Non sono mancati ag­giornamenti su nuove tecniche in­terventistiche (impianto transcatetere della valvola aortica, ri­parazione mitralica percutanea), di imaging (tomografia a coerenza ottica) e approcci farmacologici innovativi (nuovi farmaci antipiastrinici, lunga durata della doppia antiaggregazione dopo impianto di stent, statine e nuovi anticoagulanti). Tra gli stu­di italiani ad alto impatto clinico presentati durante il congresso, lo studio MYTHOS (Fu­rosemide-Induced Diuresis wi­­th Mat­ch­ed Hydration Com­­­pared to Standard Hy­dra­tion for Pre­ven­tion of Con­trast-Induced Ne­p­hropathy) ha de­stato una certa attenzione sull’efficacia di un sistema in grado di forzare la diuresi in funzione dell’output urinario, con lo scopo di ridurre il rischio di eccessi o difetti nella idratazione, diluire il mezzo di contrasto a livello dei tubuli renali e limitare, pertanto, l’incidenza di nefropatia da contrasto. Il Con­gresso, inoltre, è stato l’occasione per aggiornare i partecipanti sull’andamento dei nu­me­rosi studi clinici in corso patrocinati dal GISE. Grosso successo di pubblico è stato poi tributato alle sessioni “Snodi clinici in Car­dio­logia interventistica”, la cui formula agile e interattiva ha facilitato lo scambio di informazioni ed esperienze su temi importanti quali il trattamento della malattia multivasale nel contesto dell’angioplastica primaria, la scelta della migliore terapia riperfusiva nei pazienti con infarto in base al tempo di ischemia, il problema del ri­schio chirurgico nei pazienti sot­toposti a recente angioplastica, la rivascolarizzazione ottima­le del tronco comune ed il trattamento della ristenosi de­gli stent medicati. Le sessioni “Co­me trattare e gestire” sono state caratterizzate da un’impronta prettamente pratica, con focus specifico sulle complicanze della sostituzione aortica per via percutanea, sulla malattia dell’ostio dell’arteria discendente anteriore, sulla malattia dei graft venosi, sull’approccio ra­diale e sulla gestione della ma­lattia carotidea. Come non citare poi le numerose sessioni di approfondimento su lesioni co­ro­nariche complesse (biforcazioni, occlusioni croniche totali) e i tanti incontri specificamente de­dicati all’interventistica strut­­­turale e periferica, il corso de­dicato ai giovani interventisti, le sessioni “live” con collegamento in diretta da vari laboratori di emodinamica dislocati sul territorio italiano, le numerose sessioni di comunicazione orali e i premi dedicati ai mi­glio­ri abstract. Spazio, infine, alla presentazione delle più recenti iniziative del GISE: nuovo portale web per la Società www.gise.it e nuove iniziative editoriali per il Giornale Italiano di Cardiologia Invasiva, che dedicherà le prossime uscite ad aggiornamenti monografici su temi di grossa rilevanza e interesse per i Cardiologi interventisti.

Davide Capodanno
Ospedale Ferrarotto, Università di Catania, Catania

Battistina Castiglioni
Ospedale di Circolo, Varese

Gennaro Sardella
Policlinico Umberto I, Università La Sapienza, Roma

Giulio Guagliumi
Ospedali Riuniti, Bergamo