Dopo i festeggiamenti dei 30 anni del GISE, che decennio ci aspetta in Cardiologia interventistica?
Archiviati i festeggiamenti del trentennale, il Congresso GISE è ripartito di slancio con la trentunesima edizione dalla storica sede di Genova. Se il precedente congresso ha rappresentato l’occasione per un bilancio dei risultati e dei progressi della Cardiologia interventistica dai suoi esordi fino ai giorni nostri, quest’anno il tradizionale incontro tra numerosi Cardiologi provenienti da tutta Italia ha definito ed affrontato le cinque sfide che contraddistingueranno la prossima decade: miglioramento, innovazione, coinvolgimento, informazione e formazione. Le sessioni plenarie, in particolare, hanno passato in rassegna le principali novità che riguardano vari ambiti della patologia cardiovascolare, delle cardiopatie strutturali, dell’imaging e della terapia farmacologica. Quest’ultimo aspetto è stato particolarmente dibattuto alla luce dei nuovi dati che riguardano la possibilità di superare la resistenza al clopidogrel attraverso approcci che comprendono il raddoppio della dose standard di mantenimento, l’utilizzo di farmaci aggiuntivi (es. cilostazolo) o il passaggio a farmaci alternativi come prasugrel e, in futuro, ticagrelor. Grande attenzione è stata posta anche a scenari futuribili, quali quelli che prevedono l’utilizzo di “combodevices”, stent assorbibili e stent bioingegnerizzati. E ancora: come personalizzare il trattamento nello shock cardiogeno, nel paziente anziano e in quello oncologico, realtà complesse in crescente aumento e a forte impatto clinico e sociale. Dibattiti plenari hanno anche riguardato questioni complesse quali la gestione del paziente con malattia multidistrettuale, presente e futuro dell’approaccio percutaneo alle valvulopatie, l’impatto potenziale dello screening genetico nella gestione della terapia farmacologica, il sottile equilibrio tra riduzione delle complicanze ischemiche e prevenzione di quelle emorragiche (Figura 1) e la nuova era dell’angioplastica guidata dalla “fractional flow reserve” e dalle metodiche di imaging. Gli spazi aziendali hanno evidenziato il ruolo emergente di nuovi device quali palloni medicati per angioplastica, sistemi per emostasi vascolare, stent e piattaforme di nuova generazione, sistemi per trombectomia, sistemi per l’occlusione percutanea dell’auricola sinistra. Non sono mancati aggiornamenti su nuove tecniche interventistiche (impianto transcatetere della valvola aortica, riparazione mitralica percutanea), di imaging (tomografia a coerenza ottica) e approcci farmacologici innovativi (nuovi farmaci antipiastrinici, lunga durata della doppia antiaggregazione dopo impianto di stent, statine e nuovi anticoagulanti). Tra gli studi italiani ad alto impatto clinico presentati durante il congresso, lo studio MYTHOS (Furosemide-Induced Diuresis with Matched Hydration Compared to Standard Hydration for Prevention of Contrast-Induced Nephropathy) ha destato una certa attenzione sull’efficacia di un sistema in grado di forzare la diuresi in funzione dell’output urinario, con lo scopo di ridurre il rischio di eccessi o difetti nella idratazione, diluire il mezzo di contrasto a livello dei tubuli renali e limitare, pertanto, l’incidenza di nefropatia da contrasto. Il Congresso, inoltre, è stato l’occasione per aggiornare i partecipanti sull’andamento dei numerosi studi clinici in corso patrocinati dal GISE. Grosso successo di pubblico è stato poi tributato alle sessioni “Snodi clinici in Cardiologia interventistica”, la cui formula agile e interattiva ha facilitato lo scambio di informazioni ed esperienze su temi importanti quali il trattamento della malattia multivasale nel contesto dell’angioplastica primaria, la scelta della migliore terapia riperfusiva nei pazienti con infarto in base al tempo di ischemia, il problema del rischio chirurgico nei pazienti sottoposti a recente angioplastica, la rivascolarizzazione ottimale del tronco comune ed il trattamento della ristenosi degli stent medicati. Le sessioni “Come trattare e gestire” sono state caratterizzate da un’impronta prettamente pratica, con focus specifico sulle complicanze della sostituzione aortica per via percutanea, sulla malattia dell’ostio dell’arteria discendente anteriore, sulla malattia dei graft venosi, sull’approccio radiale e sulla gestione della malattia carotidea. Come non citare poi le numerose sessioni di approfondimento su lesioni coronariche complesse (biforcazioni, occlusioni croniche totali) e i tanti incontri specificamente dedicati all’interventistica strutturale e periferica, il corso dedicato ai giovani interventisti, le sessioni “live” con collegamento in diretta da vari laboratori di emodinamica dislocati sul territorio italiano, le numerose sessioni di comunicazione orali e i premi dedicati ai migliori abstract. Spazio, infine, alla presentazione delle più recenti iniziative del GISE: nuovo portale web per la Società www.gise.it e nuove iniziative editoriali per il Giornale Italiano di Cardiologia Invasiva, che dedicherà le prossime uscite ad aggiornamenti monografici su temi di grossa rilevanza e interesse per i Cardiologi interventisti.
Davide Capodanno Ospedale Ferrarotto, Università di Catania, Catania
Battistina Castiglioni Ospedale di Circolo, Varese
Gennaro Sardella Policlinico Umberto I, Università La Sapienza, Roma
Giulio Guagliumi Ospedali Riuniti, Bergamo
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