WINNING JIM

L’edizione 2011 del Joint Interventional Meeting batte tutti i record di presenze e si conferma uno dei più importanti meeting internazionali con sede in Italia.

05-1-2011L’atteso evento del Joint Interventional Meeting (JIM), anche quest’anno, si è distinto nel panorama congressuale cardiologico. Tra il 10 ed il 12 febbraio, infatti, un’audience record di 1.708 iscritti provenienti da 64 diversi paesi ha affollato le sale della nuova sede congressuale (Ergife Palace di Roma). Come di consueto, i direttori del corso nelle persone di Antonio Colombo, Eberhard Grube, Carlo Di Mario, Martin Leon e Jeffrey Moses hanno offerto un programma intenso, ricco di novità e sorprese che ha soddisfatto le aspettative dei numerosi Cardiologi Interventisti giunti da tutto il mondo. Anche quest’anno, il corso ha mantenuto la sua struttura caratteristica che ha, come principale obiettivo, l’aggiornamento dei partecipanti attraverso contesti teorico-pratici. Le giornate sono dunque state caratterizzate dal susseguirsi di “Live-cases’’, “Lunch’’ ed “Evening Symposia”. Ogni giorno, in diretta dalle sale di emodinamica di uno dei 4 Istituti partecipanti (EMO GVM Centro Cuore Columbus e San Raffaele di Milano, University Hospital di Bonn, Royal Brompton & Harefield NHS Trust di Londra), gli operatori hanno mostrato nuove tecniche e dispositivi per la terapia transcatetere coronarica e strutturale. Anche quest’anno ha avuto uno spazio rilevante durante i “live-cases’’ la patologia strutturale. Dall’Ospedale San Raffaele di Milano, Horst Sievert (“guest operator”) ha portato a termine la chiusura percutanea dell’auricola atriale sinistra di un paziente a rischio cardioembolico ma con controindicazione assoluta all’assunzione di anticoagulante orale. 06-1-2011In tema di TAVI, il team di Antonio Colombo ha effettuato l’impianto percutaneo, per via transfemorale, della protesi valvolare aortica Edwards Sapien XT (Edwards Lifesciences, Irvine, California) in un paziente con controindicazione all’intervento di sostituzione valvolare chirurgica (Figura 1). Di particolare interesse, in questo caso, è stata la gestione della fase di chiusura dell’accesso vascolare tramite la tecnica “cross-over” ideata da Antonio Colombo per facilitare l’ottenimento dell’emostasi, riducendo il rischio emorragico e favorendo l’eventuale tempestiva gestione di complicanze vascolari maggiori non infrequenti durante tale procedura. Sempre nell’ambito TAVI, Eberhard Grube, con il suo team dell’University Hospital di Bonn, ha mostrato una delle potenziali conseguenze dell’impianto percutaneo di bioprotesi valvolare aortica CoreValve Revalving System (Medtronic, Minneapolis, Minnesota): la stenosi severa secondaria a degenerazione delle cuspidi della bioprotesi. Il caso ha suscitato particolare interesse in considerazione della rarità del problema. Il paziente (che era stato sottoposto a procedura di TAVI 6 anni addietro) è stato dunque trattato dall’équipe tedesca, dopo notevoli difficoltà tecniche e con la necessità di creare un percorso artero-venoso, tramite l’impianto di altra bioprotesi CoreValve con nuovo sistema di rilascio Accutrak. È stato, inoltre, d’interesse il ricorso al dispositivo anti-embolico cerebrale Claret Dual Filter (Claret Medical Inc., Santa Rosa, California) che, posizionato nel tronco brachio-cefalico e nella carotide comune sinistra, ha svolto un ruolo di barriera protettiva verso i distretti intracranici (Figura 2). Oltre al trattamento della valvulopatia aortica, il team italiano e quello tedesco hanno mostrato come trattare per via percutanea l’insufficienza mitralica funzionale ricorrendo all’impianto ecoguidato di MitraClip (Abbott Vascular, Abbott Park, Illinois). Contestualmente agli argomenti TAVI e della terapia percutanea della valvola mitrale, vari esperti tra cui Ted Feldman e Alec Vahanian hanno fornito informazioni nell’ambito di Lunch Symposia sui diversi dispositivi protesici valvolari aortici e mitralici. Inoltre, dimostrazioni e consigli pratici in tale ambito sono stati forniti durante gli Evening Symposia da esperti mondiali come Jean Claude Laborde. Particolare attenzione ha raccolto, dall’EMO GVM Centro Cuore Columbus, Bruno Damascelli che ha eseguito una procedura percutanea di denervazione renale in paziente con ipertensione arteriosa refrattaria alla terapia farmacologica massimale. Non sono mancate, ovviamente, dimostrazioni e discussioni sul trattamento della patologia coronarica. Dall’Ospedale San Raffaele ed EMO GVM Columbus di Milano, il team, guidato da Antonio Colombo, ha eseguito complesse procedure interventistiche coronariche e strutturali. Angioplastiche coronariche complesse su biforcazioni coronariche e sul tronco comune sono state eseguite con utilizzo dell’eco intravascolare (IVUS) e della fractional flow reserve (FFR). L’IVUS è risultato fondamentale al fine di apprezzare la reale espansione degli stent impiantati e l’eventuale necessità di ottimizzazione dell’impianto mentre la FFR ha consentito (attraverso l’infusione di un vasodilatatore come l’adenosina) di stimare la reale significatività emodinamica di stenosi non chiaramente critiche all’angiografia. Sono stati utilizzati gli stent a rilascio di farmaco (DES, tra cui Xience Prime, Promus Element e Resolute Integrity) ed i DES “polymer-free” oltre agli stent dedicati per il trattamento delle biforcazioni coronariche come il Tryton (Tryton Medical, Inc., Durham, NC) (Figura 3) e lo Stentys (Stentys S.A.S., Clichy, France). In particolare, questi ultimi dispositivi impiantati durante i “live-cases” da Bonn hanno dimostrato efficacia e rapidità nell’approccio al complesso trattamento delle biforcazioni coronariche richiedenti l’impianto di 2 stent. Seppur non medicati, tali stent favoriscono un rapido accesso alla branca laterale di biforcazione riducendo le difficoltà tecniche ed i tempi procedurali talora necessari nell’esecuzione di queste procedure. 07-1-2011Numerose sono state le discussioni sul trattamento con DES di lesioni coronariche complesse come le occlusioni croniche totali (CTO) considerate da alcuni come l’ultima frontiera nell’interventistica percutanea coronarica. In quest’ultimo ambito, sono da sottolineare le performance di Osamu Katoh (“guest operator”) e di Carlo Di Mario dal Brompton Hospital, che hanno eseguito entrambi una riapertura di CTO per via retrograda (cioè percorrendo i collaterali attraverso cui giunge flusso sanguigno al vaso occluso da un vaso controlaterale) ricorrendo all’utilizzo di materiali dedicati come i microcateteri “over-the-wire” Corsair (Asahi Intecc Co. Ltd, Aichi, Japan), FineCross (Terumo Inteventional Systems, Somerset, NJ) e le guide dedicate Fielder (Abbot Vascular, Abbott Park, Illinois). Di notevole interesse sono state le relazioni sugli studi con nuovi farmaci anticoagulanti usati durante l’interventistica coronarica e gli antiaggreganti di nuova generazione somministrati in corso di sindrome coronarica acuta (prasugrel e ticagrelor). I partecipanti hanno ricevuto, inoltre, un omaggio costituito dall’aggiornamento sulle più importanti novità tecniche e farmacologiche in ambito interventistico pubblicate in letteratura nell’ultimo anno raccolte nel CD-ROM del Syllabus redatto da Alaide Chieffo e da Azeem Latib. La qualità dei dati ed informazioni presentati, associati alle dimostrazioni tecniche dal vivo, hanno confermato il JIM, giunto alla sua undicesima edizione, come uno dei più importanti ed attesi congressi annuali nello scenario internazionale non solo della Cardiologia interventistica ma della scienza biomedica più in generale.

Alfonso Ielasi - Alaide Chieffo
Unità di Emodinamica e Cardiologia Interventistica
Ospedale San Raffaele - Milano

 
DOMENICO GALASSO
Domenico Galasso
I progressi tecnologici ci lasciano sempre stupiti.Vedremo poi le applicazioni sul campo.
inserito il: 17-03-2011 10:26