Introduzione

IL CONCETTO DI RISCHIO RESIDUO NELLA PREVENZIONE CARDIOVASCOLARE

- Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nel mondo e sono soggette a limiti nelle strategie di prevenzione nonostante l’impiego di farmaci molto efficaci.
- Il concetto di rischio residuo (RR) è intrinsecamente correlato a quello di rischio globale del quale rappresenta una percentuale assai rilevante.
- In ambito cardiovascolare, il termine di RR fa riferimento alla probabilità di incorrere in un evento cardiovascolare maggiore, nonostante il controllo adeguato dei determinati del rischio presenti nel singolo paziente.
- Il RR deve essere differenziato, da quello conseguente allo scarso controllo dei fattori di rischio noti, in conseguenza della inefficienza delle strategie di intervento, in ragione di fattori rilevanti e correggibili come: sotto-dosaggio dei farmaci, inerzia terapeutica e scarsa aderenza al trattamento.
- Una quota rilevante del RR in ambito cardiovascolare consegue alla sottovalutazione di fattori di rischio aggiuntivi e non sottoposti ad adeguato intervento come, ad esempio, i livelli di trigliceridi nei pazienti trattati per la presenza di ipertensione e/o ipercolesterolemia.
- Il controllo del RR appare, pertanto, come una condizione essenziale per la riduzione efficace del profilo di rischio globale e si basa su un intervento integrato che assommi tutte le diverse strategie di prevenzione derivate dalle evidenze disponibili e in grado di interagire sulla base di un potenziamento reciproco tra lo stile di vita e le modalità di intervento farmacologico e nutraceutico.

Claudio Borghi
Professore di Medicina
Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche
Università di Bologna

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