La precedente storia di insufficienza cardiaca è un predittore indipendente di mortalità a 1 anno e a 10 anni dopo ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca acuta
Fonte: Younis A - Am J Cardiol. 2019. pii: S0002-9149(19)30598-3.

Queste sono le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori coordinati da Younis A della Tel Aviv University,Israele. Dal momento che è poco noto l’implicazione della cronicità della diagnosi di insufficienza cardiaca (HF) sulla prognosi dei pazienti ospedalizzati con HF acuta (AHF) i ricercatori hanno voluto valutare le differenze negli outcome tra i pazienti ospedalizzati con AHF di nuova insorgenza (de-novo) e quelli con HF cronica che si è  acutamente scompensata (ADCHF). Sono stati analizzati i dati di 2.328 pazienti con AHF, che sono stati arruolati nell’ HF survey in Israele. I pazienti sono stati classificati in AHF de-novo e ADCHF. Un totale di 721 (31%) pazienti sono stati identificati come AHF de-novo e 1.607 (69%) pazienti sono stati identificati come ADCHF. I pazienti con AHF de-novo avevano più probabilità di essere più giovani, con un minor numero di co-morbilità rappresentate da un indice di Charlson inferiore e meno probabilità di aver avuto un infarto miocardico pregresso e/o una rivascolarizzazione coronarica. A 30 giorni i tassi di mortalità erano simili in entrambi i gruppi (9% vs 8% in de-novo AHF e ADCHF, rispettivamente). L'analisi di sopravvivenza ha dimostrato che a 1 e 10 anni il tasso di mortalità per tutte le cause era significativamente più alto nei pazienti con ADCHF (33% vs 22% e 90% vs 72%, 1 e 10 anni, log-rank p <0,001, rispettivamente). Coerentemente, l'analisi multivariata ha mostrato che i pazienti con ADCHF avevano un rischio di mortalità indipendente del 58% e del 48%, maggiore a 1 e 10 anni, rispettivamente (rapporto di rischio a 1 anno = 1,58, intervallo di confidenza del 95% da 1,05 a 2,38, p = 0,03; Hazard ratio a 10 anni = 1,48, intervallo di confidenza al 95% = 1,23 a 2,77; p <0,001).

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