Il paradosso dell'attività fisica: meglio effettuarla nel tempo libero?
Fonte: Holtermann et al 10.1093/eurheartj/ehab087.

L’attività fisica è un’importante misura di prevenzione cardiovascolare. Recenti studi hanno osservato che il potenziale effetto benefico dell’attività fisica dipende dal contesto in cui essa viene effettuata. Lo sport praticato durante il tempo libero determinerebbe minor insorgenza di patologie cardiache e di mortalità da tutte le cause, mentre l’evidenza per l’attività fisica occupazionale è meno forte. Una recente revisione sistematica ha mostrato che uomini che avevano una certa attività fisica occupazionale avevano un rischio aumentato di tutte le cause di mortalità. Un altro studio invece ha mostrato che l’intensa attività fisica occupazionale è associata ad un tasso minore di cancro, malattie coronariche e diabete di tipo II, mentre c'è un incremento di osteoartrite, cattiva qualità del sonno e di mortalità. Il possibile effetto opposto dell’attività fisica del tempo libero e quella occupazionale viene detto “paradosso dell’attività fisica”. Una possibile spiegazione potrebbe essere la tipologia di attività praticata. Durante il tempo libero si pratica spesso attività fisica che include movimenti dinamici con brevi periodi di pausa. Invece, l’attività fisica occupazionale spesso è legata ad esercizi di tipo statico, monotoni effettuati per svariate ore al giorno, senza sufficiente periodo di riposo. Le linee guida recenti non differenziano tra attività fisica ricreazionale e lavorativa. Recentemente, Holtermann e colleghi hanno ipotizzato che l’attività fisica effettuata nel tempo libero sia associata alla riduzione degli eventi avversi maggiori cardiovascolari (MACE) e della morte da tutte le cause, mentre l’attività fisica occupazionale è associata ad un incremento di tali eventi. Hanno studiato 104046 soggetti dai 20 ai 100 anni appartenenti al registro “Copenhagen General Population Study”con 10 anni di follow-up medio. Hanno osservato un totale di 7913 (7,6%) di MACE e 9846 (9.5%) di morti per tutte le cause. Comparando per l’attività fisica nel tempo libero di bassa intensità, l’hazard ratio per MACE era 0.86 (0.78–0.96) per l’attività nel tempo libero moderata, 0.77(0.69–0.86) per quella intense e 0.85 (0.73–0.98) per quella molto intensa. I valori corrispondenti per l’attività fisica occupazionale erano rispettivamente 1.04 (0.95–1.14), 1.15 (1.04–1.28), e 1.35 (1.14–1.59). L’attività fisica intensa nel tempo libero era associata ad un tasso ridotto di MACE e di mortalità da tutte le cause, mentre lo stessoo livello di attività, ma occupazionale era associato con un aumento del rischio di eventi. Questo dato dovrebbe essere preso in considerazione quando si parla di attività fisica e di prevenzione cardiovascolare.

  • Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news
  • Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
    Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news
  • Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
    Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news

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