Nuovo farmaco efficace per l’ipertrigliceridemia
Fonte: ACC Congress 2024.

Un adulto su 5 negli Stati Uniti, e più di 2 adulti su 5 dopo i 60 anni, presenta elevati valori di trigliceridi. Questa condizione è stata associata alla progressione della patologia aterosclerotica. Valori particolarmente elevati (>500 mg/dL) possono anche causare pancreatite. Un nuovo farmaco chiamato olezarsen si è dimostrato capace di ridurre significativamente i livelli di trigliceridi senza determinare eventi avversi significativi. Il meccanismo d’azione di questo farmaco è il blocco della formazione di apolipoproteina C-III (apoC3), che gioca un ruolo importante nel determinare i livelli circolanti di trigliceridi. Lo studio BRIDGE-TIMI 73a ha valutato due dosi di olezarsen in pazienti con elevati livelli di trigliceridi nonostante una terapia ipolipemizzante ottimizzata. Lo studio ha arruolato 154 pazienti (età mediana 62 anni, 42% donne) con elevati valori di trigliceridi e altri fattori di rischio cardiovascolare. Il valore mediano di trigliceridi era 242 mg/dL. I pazienti sono stati randomizzati alla somministrazione di 50 o 80 mg di olezarsen ogni 4 settimane per un periodo massimo di 49 settimane oppure placebo. L’endpoint primario era la variazione percentuale dei livelli di trigliceridi durante 6 mesi. Gli endpoint secondari hanno compreso la variazione percentuale dei livelli di trigliceridi a 12 mesi e le variazioni percentuali del colesterolo non-HDL e di un’altra proteina circolante (apoB), associata a un aumentato rischio di eventi cardio- e cerebrovascolari. Olezarsen 50 mg ha ridotto i livelli di trigliceridi del 49% e la dose di 80 mg del 53%. Le due dosi hanno determinato una riduzione del 64% e del 73%, rispettivamente, dei livelli di apoC3 e una riduzione del 18% circa con entrambe le dosi. Tutte le riduzioni dei livelli di lipidi sono state mantenute per 12 mesi. Eventi avversi clinicamente significativi quali anomalie della funzione renale, epatica o piastrinica non sono stati comuni. Tra le limitazioni dello studio si possono citare il numero relativamente ridotto di pazienti, la durata piuttosto breve del follow-up e l’arruolamento di pochi pazienti con ipertrigliceridemia grave (≥500 mg/dL). Uno studio di fase 3 è in corso e fornirà ulteriori risultati circa questo nuovo farmaco.

leggi anche
  • Correlazione tra OSAS e valvulopatie cardiache
    Fonte: Pelaia C, Armentaro G, Miceli S et al. Front Med (Lausanne). 2021 Aug 9:8:667522. PMID: 34434938. PMCID: PMC8380810. DOI: 10.3389/fmed.2021.667522. Sebbene i disturbi respiratori del sonno siano noti come una fonte rilevante di rischio cardiovascolare, vi è una sostanziale mancanza di studi volti a valutare l'eventuale presenza di associazioni tra OSAS (sindrome delle apnee notturne) e cardiopatie valvolari (VHD). Pertanto è stato condotto uno studio che ha reclutato 411 pazienti, di cui 371 con OSAS ed ogni paziente è stato valutato mediante esame obiettivo, ecocardiografia, monitoraggio cardio-respiratorio notturno ed esami di laboratorio. È stato rilevato un aumento statisticamente significativo della prevalenza di VHD in relazione a valori elevati dell'indice di apnea e ipopnea (AHI)...leggi la news
  • Le statine aumentano il rischio di sviluppare diabete?
    Fonte: Cholesterol Treatment Trialists’ (CTT) Collaboration, Lancet Diab and Endocr. 2024; doi:10.1016/S2213-8587(24)00040-8. Vari report passati hanno evidenziato un effetto metabolico negativo delle statine, indicando un possibile aumento del rischio di nuova insorgenza di diabete di circa il 10% rispetto al placebo. Tuttavia, si sa poco su quali tipologie di persone siano particolarmente a rischio, e sugli effetti della terapia con statine sul controllo glicemico nelle persone con diabete noto. Una recente meta-analisi ha esaminato l'impatto della terapia con statine sul rischio di sviluppare il diabete, utilizzando i dati dei singoli partecipanti di 23 studi per un totale di oltre 150.000 pazienti. I risultati hanno rivelato che rispetto al placebo, la terapia con statine a bassa...leggi la news
  • Fibrillazione atriale e cancro: un binomio sempre più frequente
    Fonte: Chen et al https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehae222. La coesistenza di fibrillazione atriale (FA) e cancro mette alla prova la gestione di entrambi. Recentemente è stato pubblicato uno studio che ha analizzato l’epidemiologia della coesistenza di fibrillazione atriale e cancro. Utilizzando le statistiche nazionali olandesi, sono stati identificati individui con FA incidente (n = 320.139) o cancro (n = 472.745) durante il periodo 2015-2019. Gli abitanti olandesi senza storia di fibrillazione atriale (n = 320.135) o di cancro (n = 472.741) sono stati abbinati come coorti di controllo in base alle caratteristiche demografiche. Sono stati determinati la prevalenza di cancro/FA al basale, il rischio a 1 anno di diagnosi di cancro/FA e il relativo andamento temporale. L'associazione tra...leggi la news
  • Correlazione tra alti livelli di LDL e presenza di calcificazioni coronariche
    Fonte: Rikhi R, Schaich C. L, Hafzalla G. W et al. European Journal of Preventive Cardiology. https://doi.org/10.1093/eurjpc/zwae049. Alti livelli di colesterolo sd-LDL-C (small dense-LDL-C) aumentano il rischio di malattie cardiovascolari aterosclerotiche (CVD). Sebbene la calcificazione delle arterie coronarie (CAC) sia ampiamente utilizzata per predire gli eventi CVD, pochi studi hanno esaminato la relazione tra sd-LDL-C e CAC. Pertanto è stato condotto uno studio multietnico che ha incluso 4672 individui senza CVD nota (età media 61 anni), al fine di valutare la relazione tra sd-LDL-C e la presenza di CAC: è emerso come un valore più elevato di sd-LDL-C sia associato alla presenza di CAC, al di là dell'LDL-C totale. Tuttavia occorrono ulteriori studi al fine...leggi la news

Primo Piano

Attendi...
loading
3-2020
DiabeLink
ANTICOAGULANTI ORALI? MAI STATI COSÌ SICURI!
AUTOMONITORAGGIO GLICEMICO E TERAPIA DEL DIABETE
Guida Sicura
Speciale
BBMAX
Best Practice
OpenLab
Experience Desk