Beneficio del sacubitril/valsartan in pazienti con scompenso e vari livelli di funzione renale
Fonte: ACC Congress 2024 - Chatur S, Neuen BL, Claggett BL, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi: https://doi.org/10.1016/j.jacc.2024.03.392). .

Uno studio presentato all’ACC e pubblicato contestualmente sul "Journal of the American College of Cardiology", ha esaminato gli effetti del sacubitril/valsartan nei pazienti con scompenso cardiaco e gradi diversi di disfunzione renale. Lo studio ha impiegato la classificazione del rischio renale del Kidney Disease: Improving Global Outcomes (KDIGO), che include sia la valutazione della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR) che il rapporto albumina/creatinina nelle urine (UACR), per una stratificazione del rischio più completa. Lo studio è una sotto-analisi del trial PARADIGM-HF, che ha confrontato sacubitril/valsartan con enalapril in pazienti con scompenso cardiaco e frazione di eiezione ridotta. I pazienti sono stati classificati a seconda del profilo di rischio secondo la classificazione KDIGO (basso, moderato e alto o altissimo). L’endpoint primario, come nello studio originale, era la combinazione di morte cardiovascolare e ospedalizzazione per scompenso. È stato valutato inoltre un endpoint renale rappresentato da riduzione sostenuta del filtrato glomerulare ≥40% o malattia renale terminale. Tra i 1910 partecipanti con dati disponibili, il 42%, 32% e 26% erano classificati come a basso, moderato e alto o altissimo rischio. I pazienti nelle categorie di rischio più elevate hanno presentato i tassi più alti dell'endpoint composito. Tuttavia, il sacubitril/valsartan ha mostrato un profilo di sicurezza simile e ha ridotto in modo simile il rischio sia dell'esito primario sia dell'esito composito renale attraverso lo spettro di rischio renale. Questo studio sottolinea che un paziente su quattro con scompenso a frazione d’eiezione ridotta è classificato almeno ad alto rischio KDIGO renale; questi pazienti hanno anche il rischio più alto di eventi cardiovascolari. Il sacubitril/valsartan ha determinato un effetto positivo a prescindere dal rischio renale iniziale, il che supporta una terapia con sacubitril/valsartan anche nei pazienti con malattia renale cronica.

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