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Risonanza magnetica e cardiomiopatia da stress |
Fonte: JAMA 2011;306(3):277-286.
La cardiomiopatia da stress (SC) è una forma transitoria di insufficienza cardiaca acuta innescata da eventi stressanti e associata ad un caratteristico pattern di contrazione del ventricolo sinistro (LV). Vari aspetti del suo profilo clinico sono stati descritti in piccoli gruppi di popolazioni, ma mancano più ampi dati multicentrici. Inoltre, rimane difficile stabilire rapidamente la diagnosi al momento del ricovero. Questo studio prospettico ha coinvolto 7 centri di cura in Europa e Nord America tra gennaio 2005 e ottobre 2010. Sono stati valutati 256 pazienti con SC al momento del ricovero e a 1-6 mesi dopo l'evento acuto. L’outcome primario era l'entità del recupero completo della disfunzione ventricolare sinistra. L'ottanta per cento dei pazienti (n=207) erano donne in post-menopausa, l'8% (n=20) erano donne più giovani (età ≤ 50 anni), e l'11% (n=29) erano uomini. Un trigger da stress è stato identificato in 182 pazienti (71%). La risonanza magnetica (disponibile per 239 pazienti [93%]) ha rivelato quattro modelli distinti di alterazione ventricolare regionale: apicale (n=197 [82%]), biventricolare (n=81 [34%]), setto (n=40 [17%]) e base (n=2 [1%]). La frazione di eiezione ventricolare sinistra è risultata ridotta (48% [SD, 11%], 95% di intervallo di confidenza [CI] 47% - 50%) in tutti i pazienti. La cardiomiopatia da stress è stata individuata con precisione da risonanza magnetica utilizzando criteri specifici: un modello tipico di disfunzione ventricolare sinistra, edema del miocardio, assenza di necrosi significativa/fibrosi e marcatori di infiammazione del miocardio. Il follow-up con imaging ha mostrato la normalizzazione completa della frazione di eiezione ventricolare sinistra (66% [SD, 7%], 95% CI, 64% - 68%) e di markers infiammatori in assenza di fibrosi significativa in tutti i pazienti. In conclusione il profilo clinico di SC è notevolmente più ampio di quanto riportato in precedenza. |
- Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico
Fonte: ACC Congress 2024 - Li Z, Wereski R, Anand A, et al. J Am Coll Cardiol. 2024 (doi:10.1016/j.jacc.2024.03.365). Uno studio pubblicato sul "Journal of the American College of Cardiology" ha confrontato livelli di troponina cardiaca I ad alta sensibilità uniformi o diversi in uomini e donne per l’esclusione di infarto miocardico all’arrivo in Pronto Soccorso. L’utilizzo di un singolo cut-off ( Cut-off di troponina specifici per uomini e donne per escludere l'infarto miocardico Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impellaleggi la news - Beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico e frazione d’eiezione preservata: nessuna evidenza di beneficio prognostico
Fonte: ACC Congress 2024 - Yndigegn T, Lindahl B, Mars K, et al. NEJM. 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2401479). Uno studio pubblicato sul "New England Journal of Medicine" ha indagato l'effetto del trattamento a lungo termine con beta-bloccanti in pazienti con infarto miocardico acuto che hanno conservato una frazione di eiezione ventricolare sinistra del 50% o superiore. Lo studio, condotto tra il settembre 2017 e maggio 2023 in 45 centri distribuiti in Svezia, Estonia e Nuova Zelanda, ha coinvolto 5020 pazienti, dei quali il 95,4% erano in Svezia. I partecipanti sono stati assegnati casualmente a ricevere beta-bloccanti (metoprololo o bisoprololo) o nessun trattamento con beta-bloccanti. Dopo un periodo mediano di follow-up di 3,5 anni, il risultato primario...leggi la news - Miglioramento della prognosi dello shock cardiogeno con il dispositivo Impella
Fonte: ACC Congress 2024 - Møller JE, Engstrøm T, Jensen LO, et al. NEJM 2024 (doi: 10.1056/NEJMoa2312572). Nello studio DanGer Shock, l'impianto della pompa a flusso micro-assiale Impella CP si è dimostrata capace di aumentare la sopravvivenza a sei mesi tra i pazienti con infarto miocardico e sopraslivellamento del segmento ST (STEMI) complicato da shock cardiogeno. Lo studio, condotto presso 14 centri in Danimarca, Germania e Regno Unito, ha analizzato i dati di 355 pazienti trattati per STEMI con shock cardiogeno (età mediana 67 anni, 79% uomini), randomizzati a ricevere la terapia standard o la terapia standard più una pompa Impella CP prima, durante o fino a 12 ore dopo l’angioplastica. L'endpoint primario, morte per...leggi la news
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Si chiama cardiomiopatia da stress ed è sostanzialmente identificabile nella
sindrome di Tako-Tsubo.
Sinonimi della sindrome di Tako-Tsubo sono infatti:
BROKEN HEART SYNDROME (sindrome del “crepacuore”) o APICAL BALLONING SYNDROME
o CARDIOMIOPATIA DA STRESS.
Frequentemente si trova sovraslivellamento del tratto ST (lesione), possibili sono le onde T negative (ischemia).L'evoluzione elettrocardiografica può essere Q o più frequentemente non Q.Gli indici di miocardiocitonecrosi (troponina, mioglobina, CPK) sono elevati, anche
se non in maniera particolarmente rilevante.
Essenziale per la diagnosi è l'esame ecocardiocolordoppler che mostra una estesa acinesia delle porzioni medio-apicali del ventricolo sinistro associate a una ipercontrattilità
compensatoria dei segmenti basali. Le porzioni medio apicali assumono un aspetto aneurismatico (ballooning). È spesso presente anche una marcata riduzione della funzione del ventricolo sinistro (frazione di eiezione 20-49% in media).I criteri diagnostici della sindrome di Tako-Tsubo sono quelli della “MAYO CLINIC CRITERIA 2004”.E' una diagnosi di esclusione, talvolta ingannevole nell'ambito delle SCA
( sindromi coranariche acute)ed è importante che venga fatta correttamente perché la terapia da instaurare non è sovrapponibile a quella dell'IMA.
Il gruppo tedesco (numero della rivista JAMA a firma di Ingo Eitel e colleghi dell'Università di Lipsia, in Germania),
che ha studiato la prevalenza ha documentato che in RMN la cardiomiopatia da stress era identificabile in modo accurato utilizzando criteri specifici: un pattern specifico legato a disfunzione ventricolare sinistra, la presenza di edema miocardico, l'assenza di necrosi/fibrosi significativa, e la presenza di marker infiammatori. Una risonanza magnetica cardiovascolare di follow-up ha documentato, inoltre, la normalizzazione completa della frazione di eiezione ventricolare sinistra, e dei marker di infiammazione in assenza di fibrosi significativa in tutti i pazienti.
(Fonte:JAMA.2011;306(3)277-286)