Stima della velocità di filtrazione glomerulare: CKD-EPI contro MDRD Study
Fonte: JAMA 2012;307(18):1976-1977.

The Chronic Kidney Disease Epidemiology Collaboration (CKD-EPI) ha indicato l'equazione più accurata per la stima della velocità di filtrazione glomerulare (GFR) rispetto a qulla ottenuta dallo studio The Modification of Diet in Renal Disease (MDRD). Utilizzando le stesse variabili, soprattutto i livelli di GFR, i ricercatori hanno valutato le implicazioni della stima di rischio del GFR confrontando CKD-EPI e MDRD in popolazioni con una vasta gamma di caratteristiche demografiche e cliniche. È stata condotta una metanalisi dei dati di 1,1 milioni di adulti (di età ≥ 18 anni) provenienti da 25 coorti di popolazione generale, 7 ad alto rischio (coorti di malattia vascolare) e 13 coorti con CKD. La raccolta dei dati e le analisi sono state condotte tra il marzo 2011 e marzo 2012. La misura di outcome principale è stata la mortalità per tutte le cause (84 morti per 482 provenienti da 40 coorti), la mortalità cardiovascolare (22.176 eventi provenienti da 28 coorti) e lo stadio terminale della malattia renale (ESRD) (7.644 eventi provenienti da 21 coorti) durante 9,4 milioni di anni-persona di follow-up, mentre la mediana di follow-up tra coorti era di 7,4 anni (range interquartile, 4.2-10.5 anni). Il GFR stimato è stato classificato in 6 categorie (≥ 90, 60-89, 45-59, 30-44, 15-29 e <15 mL/min/1.73m2 ) per entrambe le equazioni. Rispetto all'applicazione dell'equazione MDRD, il 24,4% e lo 0,6% dei partecipanti provenienti da coorti di popolazione generale, sono stati riclassificati ad una categoria superiore ed inferiore di stima di GFR mediante l'equazione CKD-EPI e la prevalenza di CKD negli stadi da 3 a 5 (GFR stimato <60 mL/min/1.73m2 ) è risultata ridotta dal 8,7% al 6,3%. Per un GFR stimato da 45 a 59 mL/min/1.73m2 con l'equazione MDRD, il 34,7% dei partecipanti sono stati riclassificati con GFR stimato 60-89 mL/min/1.73m2 mediante equazione CKD-EPI ed hanno presentato una minore incidenza dei tassi di outcome (per 1.000 persone-anno) (9,9 vs 34,5 per tutte le cause di mortalità, 2,7 vs 13,0 per la mortalità cardiovascolare e 0,5 vs 0,8 per ESRD) rispetto a quelli non riclassificati. I corrispondenti hazard ratio aggiustati erano 0,80 (95% CI, 0,74-0,86) per la mortalità per qualsiasi causa, 0,73 (95% CI, 0,65-0,82) per la mortalità cardiovascolare e 0,49 (95% CI, 0,27-0,88) per ESRD. Risultati simili sono stati osservati in altre categorie di stima del GFR con la formula MDRD. Il miglioramento della riclassificazione si basa su stime e categorie di GFR ed è risultata significativamente positiva per tutti i risultati (range 0,06-0,13; tutti P<0.001). Il miglioramento nella riclassificazione è risultato altrettanto positivo nella maggior parte dei sottogruppi definiti in base all'età (<65 anni e ≥ 65 anni), sesso, razza/etnia (bianchi, asiatici e neri) e la presenza o assenza di diabete ed ipertensione. I risultati delle coorti ad alto rischio e CKD erano in larga misura coerenti con le coorti di popolazione generale.

 
DOMENICO GALASSO
Domenico Galasso Probabilmente l'CKD-EPI potrebbe costituire una formula più valida rispetto all' MDRD.In ogni caso il successo di una formula deve rapportarsi con la facilità di somministrazione della stessa
inserito il: 15-07-2012 20:51
 
  • Il peso corporeo e il rischio cardiovascolare negli anziani
    Fonte: Lv et al , https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehae206. Dati emergenti hanno evidenziato il paradosso dell’obesità, valutata con l'ndice di massa corporea (BMI) sulla salute tra gli anziani (di età ≥ 80 anni), poiché è stata segnalata una relazione inversa tra BMI e mortalità in questo gruppo di pazienti. Uno studio, recentemente, ha indagato le associazioni causali tra BMI, circonferenza vita (WC) o entrambi con la mortalità negli anziani in Cina. Un totale di 5.306 anziani  (età media 90,6 anni) sono stati arruolati nel Chinese Longitudinal Healthy Longevity Survey (CLHLS) tra il 1998 e il 2018. I punteggi di rischio genetico sono stati costruiti da 58 polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) associati al BMI e 49 SNP associati...leggi la news
  • Strain atriale: utile predittore di recidiva di fibrillazione atriale post ablazione
    Fonte: Parwani A. S, Morris D-A, Blaschke F, et al. Open Heart. 2017 Apr 28;4(1):e000572. PMID: 28674624. PMCID: PMC5471873. DOI: 10.1136/openhrt-2016-000572. Le percentuali di successo dell'ablazione transcatetere (CA) della fibrillazione atriale persistente (FAP) sono molto variabili; per cui sarebbe necessario identificare i pazienti con alto rischio di recidiva post ablazione. Pertanto è stato condotto uno studio che ha incluso 102 pazienti, valutando con ecocardiografia 2D speckle-tracking lo strain dell’atrio sinistro (LA) pre e post ablazione transcatetere. È stato osservato come i pazienti con recidiva di FA avevano uno strain dell’atrio sinistro significativamente inferiore rispetto a quelli senza recidiva (strain LA 9,7±2,4% vs 16,2±3,0%; pleggi la news
  • Dispositivi di avanzamento mandibolare: un’alternativa alla CPAP per le apnee ostruttive
    Fonte: Ou Y, JACC. 2024; doi: 10.1016/j.jacc.2024.03.359. L'ipertensione spesso coesiste con la sindrome delle apnee notturne (OSA). I dispositivi che generano pressione positiva continua delle vie aeree (CPAP) sono il trattamento standard per l'OSA, ma l'aderenza può essere ridotta a causa della scarsa tollerabilità dei dispositivi. I dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD), meno invasivi, offrono un'alternativa alla CPAP. Uno studio randomizzato di non inferiorità ha confrontato l'efficacia di MAD e CPAP nel ridurre la pressione arteriosa ambulatoriale per 24 ore in pazienti ipertesi e affetti da OSA. Sono stati arruolati 321 partecipanti di età superiore ai 40 anni con ipertensione e aumento del rischio cardiovascolare. Tra di essi, 220 individui con OSA moderata-severa (indice apnea-ipopnea...leggi la news
  • Atorvastatina: possibile effetto antipertensivo?
    Fonte: Ali N, Faheem M, Ullah H, et al. Cureus. 2023 Nov 27;15(11):e49532. doi: 10.7759/cureus.49532. L'ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio cardiovascolare, così come la dislipidemia e spesso questi 2 fattori coesistono nello stesso paziente. Alcuni trials su modelli animali hanno dimostrato che le statine erano in grado di bloccare i canali del calcio voltaggio-dipendenti, per cui si è ipotizzato un loro possibile effetto antipertensivo. Pertanto è stato condotto uno studio che ha reclutato 120 pazienti con ipertensione di nuova diagnosi, appartenenti a entrambi i sessi e di età superiore ai 35 anni; i pazienti sono stati suddivisi in modo casuale in due gruppi: ad un gruppo è stata somministrata amlodipina 5 mg...leggi la news

Primo Piano

Attendi...
loading
3-2020
DiabeLink
ANTICOAGULANTI ORALI? MAI STATI COSÌ SICURI!
AUTOMONITORAGGIO GLICEMICO E TERAPIA DEL DIABETE
Guida Sicura
Speciale
BBMAX
Best Practice
OpenLab
Experience Desk