Sacubitril/valsartan riduce gli eventi aritmici ventricolari nel paziente con scompenso cardiaco a ridotta frazione d’eiezione
Fonte: Martens P et al. Clin Res Cardiol. 2019 Oct;108(10):1074-1082. doi: 10.1007/s00392-019-01440-y.

Nello studio PARADIGM-HF, sacubitril/valsartan ha dimostrato di poter ridurre il tasso di morte cardiaca improvvisa nei pazienti con scompenso cardiaco a ridotta frazione d’eiezione. Tuttavia, non è chiaro quale meccanismo possa aver condotto a questo risultato. In questo studio sono stati valutati pazienti con scompenso cardiaco a ridotta frazione d’eiezione trattati con sacubitril/valsartan e dotati di defibrillatore impiantabile (ICD) o terapia di resincronizzazione (CRT) con possibilità di trasmissione dei dati in remoto. Sono stati quindi analizzati i dati relativi agli eventi aritmici registrati dal dispositivo, confrontando l’incidenza di questi dopo l’introduzione di sacubitril/valsartan con gli eventi registrati per un uguale periodo di tempo prima dell'inizio della terapia. E’ stato inoltre valutato il rimodellamento inverso del ventricolo sinistro dopo l’introduzione di sacubitril/valsartan, definito come un miglioramento della frazione di eiezione ≥ 5% dal basale al follow-up. Nello studio sono stati inclusi in totale 151 pazienti con scompenso cardiaco a ridotta frazione d’eiezione (FE media 29±9%). La durata media del periodo di follow-up, sia precedente sia successivo all’introduzione di sacubitril/valsartan, è stata di 364 giorni. Dopo l'introduzione della terapia, si è osservata una riduzione del burden di episodi di tachicardia ventricolare/fibrillazione ventricolare (singoli pazienti con TV/FV pre-trattamento n=19 versus post-trattamento n=10; episodi totali di TV/FV pre- n=51 versus post- n=14, per entrambi p<0.001), con conseguente riduzione degli interventi appropriati del dispositivo (pre- n=16 versus post- n=6; p <0.001). Inoltre, è stata osservata anche una riduzione degli episodi di tachicardia ventricolare non sostenuta (numero medio episodi pre- n=7.7 ± 11.8 versus post- n=3.7 ± 5:4; p <0.001), mentre il farmaco non ha avuto alcun impatto sul burden di fibrillazione atriale. Il burden orario di extrasistolia ventricolare si è ridotto significativamente, con conseguente miglioramento della stimolazione biventricolare nei pazienti con stimolazione < 90% al basale. La riduzione del burden di tachicardia ventricolare non sostenuta e di extrasistolia ventricolare era associata ad un maggior rimodellamento inverso del ventricolo sinistro (per entrambi p <0.05). Pertanto, l’introduzione di sacubitril/valsartan determina una riduzione degli eventi aritmici ventricolari, compresi gli episodi di tachicardia ventricolare e fibrillazione ventricolare e quindi gli interventi appropriati del dispositivo. Questi effetti anti-aritmici potrebbero essere associati ad un rimodellamento inverso del ventricolo sinistro.

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